Ubi tu gaius, Djana Mazzaro
Ubi tu Gaius
Djana Mazzaro
Venti di tempesta scuotono Roma. L'imperatrice Livia è inquieta: qualcuno sta minacciando la sua famiglia. E quando le giunge la notizia che il figlio minore, Druso, impegnato in una guerra, è in fin di vita, è sicura che non si tratti di una coincidenza. Per risolvere il mistero arruola Rufio, la sua spia più abile. Entrambi sanno che il suo è un compito pericoloso, ma quasi nessuno sa che Rufio ha una figlia, che non ha mai riconosciuto e che ha lasciato crescere ai suoi più cari amici, Gala e Marco Cherea. Aprilia non è come le ragazze della Capitale: invece di parlare di moda insieme ad altre matrone, si rifugia nei boschi a tirare con l'arco. L'unico che non le ha mai fatto pesare le sue stranezze è Fabio, il primogenito dei Cherea. Migliori amici fin dall'infanzia, sono cresciuti insieme senza nascondersi nulla. Ma ora che Fabio è finalmente tornato dalla campagna militare dove ha servito nelle fila dell'esercito di Druso, Aprilia si accorge che qualcosa è cambiato. Intuisce che suo padre ha ricevuto un'altra missione, mentre Fabio comincia a sparire nel nulla. Aprilia è determinata a smascherare le loro intenzioni, ma non sa che la risposta alle sue domande sarà peggiore di quanto possa immaginare. Perché le persone che ha più care al mondo si stanno esponendo al rischio più grande: quello di mettersi contro la famiglia imperiale.
Recensione
“Ubi tu Gaius” è un romanzo storico ambientato nella maestosa e tumultuosa Roma antica, firmato da Djana Mazzaro: autrice amante della storia e della cultura classica le cui passione e conoscenza emergono in ogni parola del racconto.
Le descrizioni degli ambienti sono cesellate con cura quasi archeologica: ricche di dettagli, precise, evocative. Per chi, come me, ama perdersi tanto nei luoghi quanto nella trama, è un invito irresistibile a varcare la soglia del tempo e vivere la Roma del 9 a.C. con tutti i sensi accesi.
La trama è complessa, fitta di personaggi a cui l’autrice anima da vita e voce tramite un narratore onnisciente, abile nel mostrare senza svelare troppo. C’è un sottile velo di mistero che aleggia su ciascuno di loro, e che rende ogni rivelazione più intensa, ogni svolta narrativa più appagante. Nulla è lasciato al caso: ogni evento trova il suo posto come un tassello in uno dei mosaici di Marco, e i colpi di scena – ben dosati – colpiscono nel segno con la precisione di una delle frecce di Aprilia.
Quest’ultima emerge come la protagonista della storia, la figura maggiormente attenzionata e attorno alla quale si sviluppano gli eventi. Durante la lettura ho potuto assistere al processo di acquisizione di consapevolezza di ciò che le sta intorno, e spero, nel seguito, di assistere allo sviluppo del suo arco narrativo. In “Ubi tu gaius” il lettore ha la possibilità di conoscerla nel profondo, mi aspetto di conseguenza di poterne apprezzare nel secondo volume una crescita ed un “cambiamento.”
Spaziando i personaggi oltre ad Aprilia, le figure femminili, in particolare, assumono un ruolo chiave nella storia in linea con personalità e posizione sociale. Ho apprezzato molto come le loro caratteristiche siano rimaste coerenti con il loro profilo in tutta la storia.
I nomi di persona sono tanti e simili, le relazioni intricate, e può capitare di perdersi nel dedalo di alleanze e tradimenti e parentele. Chi sfrutta questo dettaglio per avanzare una critica non credo abbia pienamente chiaro che, dopotutto, questa è Roma: grande, pulsante, inafferrabile. E Djana Mazzaro, con uno stile chiaro ma raffinato, riesce nell’impresa di restituircene uno scorcio vivido e coinvolgente, senza mai cadere nell’eccesso né nella rigidità accademica.
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