Il Cimitero di Venezia, Matteo Strukul
Il Cimitero di Venezia
Matteo Strukul
Trama dal libro
Mentre un’epidemia di vaiolo miete vittime tra la popolazione, una delle donne più illustri della città viene trovata con il petto squarciato nelle acque nere e gelide del Rio dei Mendicanti. In un clima di crescente tensione, Giovanni Antonio Canal, detto Canaletto, viene convocato dagli Inquisitori di Stato, insospettiti da una sua recente opera, che ritrae proprio quel luogo malfamato: c’è forse un legame tra il pittore e l’omicidio? Mentre, sconvolto, sta lasciando il Palazzo Ducale, Canaletto viene fermato e portato al cospetto del doge, anche lui interessato a quel quadro, il Rio dei Mendicanti. Nel dipinto c’è qualcosa che, se rivelato, potrebbe mettere in grave imbarazzo un’importante famiglia veneziana: un nobile, ritratto in uno dei luoghi più popolari e plebei di Venezia. Perché mai si trovava in un posto simile? Canaletto riceve dal doge l’ordine di scoprirlo e riferire direttamente a lui. L’indagine – che all’inizio lo spaventa e poi, lentamente, lo cattura – lo porta però a frequentare ambienti apparentemente illustri in cui sembrano consumarsi oscuri riti, e nei quali si aggirano figure ambigue, dal passato avvolto nel mistero. Quali segreti si celano nei palazzi veneziani? Quali verità sarebbe meglio rimanessero sepolte?
Recensione
Nel romanzo "Il cimitero di Venezia", Matteo Strukul ambienta la narrazione nel Settecento veneziano, mescolando personaggi storici e di finzione. La trama si sviluppa attorno a un celebre dipinto, il Rio dei Mendicanti di Canaletto, e vede come protagonista Giovanni Antonio Canal, noto come il Canaletto. Strukul immagina che, a causa della presenza di una figura involontariamente ritratta nell'opera, il Doge convochi Canaletto, affidandogli un compito delicato: seguire questa persona e comprendere le ragioni della sua presenza durante la realizzazione del dipinto.
Sullo sfondo della vicenda si stagliano l'epidemia di vaiolo che affligge la città e una serie di omicidi cruenti che terrorizzano la popolazione, colpendo giovani donne appartenenti a famiglie patrizie.
La descrizione delle opere del Canaletto, perfettamente resa dall’autore, si insinua nelle pieghe della vicenda con un impatto visivo che restituisce i lineamenti più duri della città e dell’animo umano, ma allo stesso tempo ne esalta la bellezza.
La tecnica narrativa di Matteo Strukul, se ce ne fosse stato bisogno, conferma la sua grande capacità evocativa: ambientazioni, edifici, opere d’arte, abbigliamento e atteggiamenti dei personaggi, sono perfettamente resi e impreziositi da dialoghi in cui i termini e i toni delle conversazioni risultano perfettamente calati nel contesto.
Nonostante la trama intricata, come quella di un thriller storico deve essere, l’autore ha la capacità di introdurre i personaggi sulla scena con i giusti tempi, senza affastellamenti o confusione di sorta.
Il romanzo si distingue per la sua dinamicità, avvincente trama e capacità di coinvolgere il lettore. L'autore ricostruisce fedelmente lo spirito dell'epoca attraverso un linguaggio appropriato per i dialoghi e descrizioni concise ma dettagliate degli scenari in cui si svolge la vicenda. La narrazione mantiene un ritmo serrato, arricchito da continui colpi di scena, pericoli e rivelazioni. Il susseguirsi delle vicende mantengono salda l’attenzione dell’autore, e pertanto non mi sono imbattuta in momenti noiosi.
Nelle note finali, Strukul descrive questo romanzo come un atto d'amore nei confronti del Settecento veneziano, un sentimento che riesce a trasmettere con chiarezza e intensità attraverso le pagine, coinvolgendo profondamente i lettori. E io, perfettamente coinvolta, lo condivido appieno.
Commenti
Posta un commento