non giocare con il fuoco, ilaria tani

Non giocare con il fuoco

Ilaria Tani


Trama dal libro

Viola è una donna che è dovuta crescere in fretta. Con due genitori concentrati sulla carriera, sempre in giro per il mondo e per i quali i figli sembrano essere stati solo un incidente di percorso, è stata lei a doversi occupare sempre di tutto, soprattutto di suo fratello Chicco. Il problema è che chi come Viola è costretto a farsi da sola, poi sente il costante bisogno di proteggersi. Basta allora un sospetto per mandare all’aria un amore che sembra perfetto. Ma per fortuna il destino offre spesso una seconda possibilità. A volte basta rincontrarsi, uno scambio di sguardi per riaccendere la fiamma di una storia mai davvero finita. Perché Alberto è tutto quello che lei ha sempre desiderato. Tra i due esplode di nuovo la passione, capace di spazzare via ogni dissapore. L’amore sa essere più forte di dubbi, incomprensioni e gelosie. Ma non sempre basta per affrontare i fantasmi del passato. Alberto ha tra le mani un fascicolo delicato, pronto a incastrare il fratello di Viola. Accuse incontrovertibili, un mistero da risolvere, un’indagine palpitante. Alberto dovrà onorare la propria divisa, ma Viola è determinata a difendere suo fratello. Riuscirà il loro sentimento a trionfare anche sull’ingiustizia e la menzogna?


Recensione

Non giocare con il fuoco di Ilaria Tani è un romanzo autoconclusivo inserito all'interno di una serie narrativa, di cui costituisce il secondo volume. I protagonisti, Alberto e Viola, emergono inizialmente come personaggi secondari nella vicenda narrata nel precedente volume, "Io sono quella ragazza", per poi guadagnare centralità in questa nuova narrazione.

Ancora una volta, ho trovato la scrittura di Ilaria immersiva, diretta, e aderente alle esigenze della trama: lo stile scelto è infatti capace di trasmettere l'intensità emotiva dei protagonisti. 

L'inserimento di una componente di mistero ha contribuito ad accrescere il fascino della storia, ha infatti catturato la mia attenzione mantenendo viva la tensione narrativa. Tuttavia, ciò che ho apprezzato di questa storia è stato come l’autrice si sia spinta oltre, affrontando tematiche sensibili spesso trascurate, e presentandole con la giusta delicatezza. Questi elementi, lungi dall’appesantire la narrazione, arricchiscono il quadro psicologico dei personaggi, fornendo chiavi di lettura essenziali per comprendere le loro azioni, anche se talvolta sono riusciti a farmi innervosire, e a Viola un discorsetto ad una certo glielo avrei fatto volentieri!

Quello che a mio parere rappresenta il messaggio cardine del romanzo è che non vi è nulla di sbagliato nel chiedere aiuto e nel concedersi la possibilità di essere vulnerabili di fronte alle persone che si amano e da cui siamo amati. La comunicazione onesta e sana si configura come l’unico antidoto alla tendenza a trattenere dentro di sé il proprio dolore, fino a trasformarsi in una pentola a pressione pronta a esplodere. Parallelamente a tutto ciò, il romanzo ci ricorda che la perfezione non esiste in senso assoluto, ma può essere costruita attraverso la consapevolezza e l’accettazione della propria realtà. Dei messaggio, a mio parere profondi e importanti.

Mi è piaciuto, inoltre, come Viola e Alberto non incarnino una relazione da fiaba, ma sono le difficoltà incontrate lungo il percorso che contribuiscono a consolidare il loro legame. Insomma, l’amore, in questa storia, non è idealizzato: lascia spazio all’errore, alla rabbia, alla distanza momentanea. Ma, alla fine, il richiamo del cuore si rivela più forte di qualsiasi ostacolo, dimostrando che la vera unione non si misura nell’assenza di conflitti, bensì nella capacità di superarli insieme.

Il titolo, "Non giocare con il fuoco", assume a mio parere un significato simbolico: non è solo un monito che Alberto rivolge a Viola, ma rappresenta anche la forza interiore dei protagonisti, la loro determinazione nel proteggere ciò che amano. Ho visto pertanto il fuoco come una metafora delle scelte, delle lotte interiori e delle conseguenze delle azioni dei personaggi.

Pur avendo apprezzato molto questo secondo volume, riconosco di aver provato un coinvolgimento emotivo maggiore con "Io sono quella ragazza". Questo potrebbe essere dovuto a una maggiore affinità con la personalità di Agata rispetto a quella di Viola, oppure a fattori più sottili e indefinibili. In ogni caso, la capacità dell’autrice di suscitare emozioni rimane presente in entrambe le sue opere.

Infine, una domanda inevitabile: Ilaria, chi è Giulio? E soprattutto, quanto dovrò attendere per scoprirlo?





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